venerdì 17 settembre 2010

“La Coda Lunga”

“Il contributo della coda lunga non è ancora numerico, e si limita (...) al web e al commercio on-line su piccola scala. Ma pensate al modo in cui la coda lunga potrebbe influire sul futuro della cultura, dell’informazione e della vita politica. Potrebbe liberarci dai partiti politici dominanti, dal sistema accademico, dai raggruppamenti della stampa, da qualunque cosa sia attualmente nelle mani di un’autorità fossilizzata, arrogante ed egoista [cosa non lo è oggi..., nota mia]. (...) Nel 2006 trovai nella mia cassetta postale il manoscritto di un libro (...) di Scott Page. Page esamina gli effetti della diversità cognitiva sul ‘problem solving’ e dimostra in che modo la varietà dei punti di vista e dei metodi agisca come un motore di perfezionamento. (...) Sovvertendo le grandi strutture ci sbarazziamo anche di quell’unico modo (...) di fare le cose. (...) In breve, la coda lunga è un effetto collaterale dell’Estremistàn che lo rende in qualche modo meno ingiusto: il mondo non diventa meno ingiusto per il piccolo, ma diventa estremamente ingiusto per il grande. Nessuno può imporsi davvero. Il piccolo è molto sovversivo” (Nassìm Nicholas Tàleb, “Il Cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita”, Il Saggiatore 2008, p. 238) 

1 commento:

  1. Ciò che in Italia non funziona è questo: il piccolo sta sotto dovunque, ma qui i grossi non rischiano mai molto, il che ha portato alla presente classe digerente in pratica inamovibile, come nei paesi ex-comunisti di un tempo...

    Una casta di gerontocratici e cariatidi ammuffite, che vivono pernnemente negli anni Ottanta e nella lotta al “comunismo”, qualunque cosa si voglia intendere con tale termine...

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